Indietro Rischio siccità. I progetti di acquevenete per far fronte ai possibili scenari.

Rischio siccità. I progetti di acquevenete per far fronte ai possibili scenari.

Data di pubblicazione

15 mar 2023


Già in queste ultime settimane invernali i dati idrologici, relativi alla scarsità di precipitazioni e di accumuli di neve in quota, evidenziano una situazione di possibile criticità. Se la primavera ormai alle porte non vedrà un intensificarsi delle piogge, potrebbe verificarsi una situazione di grave siccità come quella registrata lo scorso anno, se non peggiore. I gestori potrebbero doversi confrontare nuovamente con fenomeni quali la risalita del cuneo salino nei tratti terminali dei fiumi, in particolare sul fiume Po, il prosciugamento di alcune sorgenti montane, l’abbassamento delle falde acquifere, la riduzione dei tiranti idrici in corrispondenza delle prese sulle acque dei fiumi.

Sono due i fronti principali cui acquevenete ha lavorato e continuerà a lavorare per contrastare i rischi legati alla siccità. Il primo riguarda la riduzione delle perdite idriche, attività che consentirà la diminuzione del fabbisogno di risorsa prelevato dall’ambiente, grazie ad attività di ricerca dedicata con metodi ingegneristici e alla sostituzione delle condotte ammalorate. Il secondo filone è rappresentato dalla realizzazione del piano degli investimenti, il cui obiettivo primario è l’aumento del grado di resilienza del sistema acquedottistico grazie ad importanti opere di interconnessione tra le fonti (tra cui la principale è la falda pedemontana veneta di ottima qualità) e alla loro messa in sicurezza.

«L’acqua è un bene comune preziosissimo ma limitato – sottolinea il presidente di acquevenete Piergiorgio Cortelazzo -.  Per questo va difeso, sia attraverso politiche ambientali che possano tutelarlo, sia attraverso investimenti e finanziamenti per evitare inutili sprechi. Abbiamo quasi completato le opere previste dalla Fase 1 del Piano elaborato in coordinamento con la Regione del Veneto, il Ministero delle Infrastrutture e la Protezione Civile e stiamo procedendo con gli interventi previsti dalla Fase 2, per lo più opere di interconnessione delle fonti e di messa in sicurezza dei pozzi per non trovarci in primavera nelle stesse condizioni dello scorso anno».

Tra gli interventi previsti e di imminente realizzazione, figura anche la realizzazione mediante l’utilizzo della tecnologia TOC (ovvero a trivellazione orizzontale controllata) di una condotta in attraversamento del Fiume Po per consentire il collegamento diretto tra le centrale di Ponte Molo e le condotte adduttrici del SAVEC. L’opera sarà completata entro l’estate e permetterà la dismissione della centrale di Ponte Molo, dove lo scorso anno si era reso necessario l’utilizzo di un impianto di dissalazione a osmosi inversa per contrastare il fenomeno del cuneo salino.

In questa battaglia per la tutela della risorsa idrica, è importante il contributo di ognuno: anche il singolo utente può fare la sua parte per il risparmio idrico. Si parla di piccole azioni quotidiane, che però nel lungo termine possono fare la differenza: dal chiudere l’acqua quando ci si lava i denti al riuso dell’acqua di cottura. Acquevenete già attua e prevede di implementare in futuro la collaborazione con altri enti e con le istituzioni per sensibilizzare la popolazione ad un utilizzo consapevole della risorsa idrica, ritenuto il primo passo concreto nella giusta direzione. Nel sito aziendale, www.acquevenete.it, è riportato un vademecum con alcuni suggerimenti e consigli per risparmiare acqua.

«Ad oggi la situazione appare comunque sotto controllo e non vi è previsione di razionamento per i prossimi mesi. – conclude il presidente Cortelazzo – Se le cose dovessero peggiorare, ovvero non dovessero esserci precipitazioni neppure nei prossimi mesi, potremmo dover pensare piuttosto a una razionalizzazione dell’uso della risorsa. Cosa questo comporterebbe in concreto? Una riduzione della pressione dell’acqua e la richiesta di collaborazione ai cittadini per un utilizzo più consapevole della risorsa, limitandone l’uso per i soli fini idropotabili».

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