FAQue, le domande sull'acqua

Numero risultati: 26

Un’acqua più dura, quindi con più concentrazione di calcio e magnesio, non ha impatto negativo sulla salute umana, anzi nella generalità dei casi è vero il contrario. L’acqua potabile è infatti una fonte importante di questi minerali, essenziali per il buon funzionamento del nostro organismo. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’acqua potabile fornisce dal 5 al 20% del fabbisogno giornaliero di calcio e magnesio, a seconda della sua durezza. Studi scientifici recenti dimostrano che questi minerali sono particolarmente utili per prevenire le malattie cardiovascolari. Naturalmente, in presenza di specifiche patologie la scelta dell’acqua da bere dovrà seguire le indicazioni del proprio medico curante.

La durezza dell’acqua ha un impatto sul modo in cui operano gli elettrodomestici: una durezza elevata infatti aumenta la quantità di sapone necessaria per ottenere l’effetto pulente desiderato. Inoltre, una durezza superiore a 200 mg/L, a seconda del pH, può esser associata alla formazione di depositi di calcare. Per ovviare al problema del calcare per proteggere lavatrice e caldaia, vengono talvolta installati dei sistemi di addolcimento delle acque domestiche. Il consiglio è però di installarli solo a monte degli elettrodomestici. L’abbattimento della durezza dell’acqua, infatti, può far bene agli elettrodomestici ma non alla nostra salute, perché potrebbe causare un eccessivo impoverimento dei minerali contenuti.

 

Molti elettrodomestici all’installazione richiedono come impostazione il grado di durezza dell’acqua.

Il grado di durezza dell'acqua si esprime in tre grandezze:

Gradi francesi (anche in Italia) (F°): 1 grado francese = 10 mg di CaCO3 ogni litro d'acqua.

Gradi tedeschi (D° o DH°): 1 grado tedesco = 10 mg di CaO ogni litro d'acqua = 1.79 gradi francesi.

Consultando le analisi dell’acqua del proprio Comune, alla sezione Qualità dell’acqua del sito web acquevenete, a questo link, è possibile conoscere il grado di durezza della propria acqua e regolare di conseguenza i propri elettrodomestici.

 

Il residuo fisso indica la parte “solida” dell’acqua, cioè la quantità di sali minerali presenti dopo la completa essicazione dell’acqua a una temperatura di 180°C. Più questo valore è elevato, più sali minerali sono disciolti in un litro. In base a questo dato, un’acqua può essere:

  • Minimamente mineralizzata o povera di sali: residuo fisso inferiore a 50 mg/l
  • Oligominerale o leggermente mineralizzata: inferiore a 500 mg/l;
  • Mediamente mineralizzata: tra 500 e 1000 mg/l.
  • Ricca di sali: superiore a 1500 mg/l

Questo dato è disponibile nell’etichetta dell’acqua, consultabile alla sezione Qualità dell’acqua del sito web acquevenete, a questo link. Il residuo fisso è diverso a seconda della tipologia di fonte (sotterranea, sorgente, superficiale) ma in genere l’acqua distribuita da acquevenete è un’acqua oligominerale o leggermente mineralizzata.

La premessa indispensabile è che specifiche esigenze dietetiche e di salute vanno sempre valutate con il proprio medico curante. Nella generalità dei casi, tuttavia, bere un’acqua “leggera”, ovvero povera di minerali, non è necessariamente un bene: gli studi scientifici dimostrano che sono proprio i sali minerali contenuti nell’acqua a stimolare la diuresi e l’acqua del rubinetto fornisce il giusto fabbisogno di sali minerali, indispensabili al nostro organismo, per un adulto sano.

L’acqua che esce dal rubinetto è un’acqua sempre potabile, sicura e di qualità, che si può bere senza che siano necessari altri interventi. Tutti i trattamenti necessari alla sua potabilizzazione, infatti, sono già stati effettuati a cura del gestore idrico, che ha già eseguito anche i controlli per assicurare la qualità dell’acqua. Addolcitori e sistemi di filtraggio (incluse le caraffe filtranti), quindi, non sono necessari. In più, gli addolcitori di acqua rischiano di impoverire troppo il contenuto di sali minerali dell’acqua, il che non è un bene per la nostra salute. Infine, se non vengono controllati e cambiati regolarmente i filtri, c’è un forte rischio che si sviluppino cariche batteriche.

L’acqua del rubinetto ha la sua etichetta, proprio come le acque in bottiglia. Gli utenti di acquevenete possono trovarla collegandosi al sito www.acquevenete.it e cliccando sulla voce del menu “Qualità dell’acqua”, oppure direttamente a questo link. Una volta selezionato il proprio Comune di residenza, compariranno i dati delle analisi sulla qualità dell’acqua per tutti i parametri.

Per il territorio di acquevenete, la presenza di Pfas (sostanze perfluoroalchiliche) è stata riscontrata nell'acqua proveniente dalla Centrale di Almisano di Lonigo (gestita da Acque Veronesi), dal Pozzo Sant'Antonio e dalla derivazione di Almisano ex Acque Potabili. I Comuni di acquevenete serviti, anche parzialmente, dalla Centrale di Almisano di Lonigo, sono: Montagnana, Urbana, Borgo Veneto (ex territorio di Megliadino San Fidenzio), Alonte, Pojana Maggiore, Asigliano, Orgiano, Campiglia dei Berici, Agugliaro. Il Pozzo Sant'Antonio serve il Comune di Sarego, nella zona Nord. Dal Pozzo di Almisano ex Acque Potabili sono serviti i Comuni di Sarego (zona Sud) e Val Liona. Per tutti gli altri Comuni di acquevenete, nell'acqua del rubinetto non c'è presenza di Pfas. Anche per i Comuni interessati dalla problematica, il livello di Pfas nell’acqua erogata è oggi sostanzialmente pari a zero.

I dati sulla presenza di Pfas sono disponibili in bolletta e si possono anche consultare online, collegandosi al sito www.acquevenete.it e cliccando sulla voce del menu “Qualità dell’acqua” e quindi su “Dati Pfas”, oppure direttamente a questo link.